La fine del mondo si avvicina. Tutti lo sanno, pochi ne prendono in considerazione la reale probabilità. Qui non si parla di previsioni apocalittiche o di altre puttanate maya, tutt'altro.
Il mondo è già finito da un pezzo - o almeno così pare - sebbene tutti fingano di condurre la solita vita di sempre. Il mondo ha esaurito la sua capacità di guardar-si ed innovar-si.
Aspetta, non me la ricordo, ti mando il link”. Una cosa del genere.
Questa volta però proveremo a fare un piccolo sforzo.
Un gran brusio. Spiagge dorate abitate soltanto da piccoli gabbiani obesi che, arenati sulla riva, tentano di accaparrarsi gli ultimi gamberetti rimasti, producendo un gran baccano. A vederli da lontano, sembrano tanti inutili sassi bianchi al sole, solo che in più hanno gli occhi.
Fiumi in secca, i cui letti prosciugati accolgono rottami di reattori nucleari, con carcasse di vacche fisse nella posizione dell’abbeveraggio.Ombre bianche sui muri delle case diroccate. I corpi nudi sono scomparsi, venduti all'ingrosso di qualche asta su E-Bay. Certo è un vero peccato, commenterà qualche prosa utility postuma, che tutto sia finito così presto; e senza un minimo di preavviso, dannazione! Proprio adesso che anche in Italia stava per scoppiare la Révolution (dei prodotti Apple, naturalmente). Prima che arrivi il prossimo uragano, un peschereccio senza remi si allontana all'orizzonte.
“Lo capisci, amore mio?
Nessuna morte può essere peggiore di quella dell’immaginazione.
Adesso dormi”.
Come sarà? Come dovrebbe essere? La fine di ogni cosa, il fascino del nulla.
Ce lo siamo mai domandati seriamente?
Ce lo siamo mai domandati seriamente?
Che strazio vedere come i canali You Tube abbiano ormai dissipato il piacere della descrizione. Fondamentalmente non sappiamo più raccontare.
“Sai quella fiaba di H.C. Andersen...Aspetta, non me la ricordo, ti mando il link”. Una cosa del genere.
Questa volta però proveremo a fare un piccolo sforzo.
Un gran brusio. Spiagge dorate abitate soltanto da piccoli gabbiani obesi che, arenati sulla riva, tentano di accaparrarsi gli ultimi gamberetti rimasti, producendo un gran baccano. A vederli da lontano, sembrano tanti inutili sassi bianchi al sole, solo che in più hanno gli occhi.
Fiumi in secca, i cui letti prosciugati accolgono rottami di reattori nucleari, con carcasse di vacche fisse nella posizione dell’abbeveraggio.Ombre bianche sui muri delle case diroccate. I corpi nudi sono scomparsi, venduti all'ingrosso di qualche asta su E-Bay. Certo è un vero peccato, commenterà qualche prosa utility postuma, che tutto sia finito così presto; e senza un minimo di preavviso, dannazione! Proprio adesso che anche in Italia stava per scoppiare la Révolution (dei prodotti Apple, naturalmente). Prima che arrivi il prossimo uragano, un peschereccio senza remi si allontana all'orizzonte.
“Lo capisci, amore mio?
Nessuna morte può essere peggiore di quella dell’immaginazione.
Adesso dormi”.
2 commenti:
Ma quanta ragione hai?
Tanta...
E senza immaginazione non vi sono idee... e senza idee non vi è innovazione...
E ciò che è più triste è che se alla base non vi è immaginazione, vuol dire che non vi è più entusiasmo, sentimenti, amore per le cose, per la vita... solo noia.
Uff......
L'ho intuito anche io, da un pezzo ormai... il mondo è già finito.
Ti abbraccio.
grazie Luna,
in effetti sì, il ragionamento non fa
una piega, anche se spero vivamente
che non sia effettivamente così
[conosci il blog, già sai che qui
dentro niente è come appare]
in sostanza vorrei avere torto,
ma proprio un torto marcio
dopo tutto ogni buon pessimista
aspetta solo d'essere smentito, no?
a-bracci
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