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domenica 4 settembre 2011

un po' di sano scaramantico pessimismo




La fine del mondo si avvicina. Tutti lo sanno, pochi ne prendono in considerazione la reale probabilità. Qui non si parla di previsioni apocalittiche o di altre puttanate maya, tutt'altro. Il mondo è già finito da un pezzo - o almeno così pare - sebbene tutti fingano di condurre la solita vita di sempre. Il mondo ha esaurito la sua capacità di guardar-si ed innovar-si.

Come sarà? Come dovrebbe essere? La fine di ogni cosa, il fascino del nulla.
Ce lo siamo mai domandati seriamente?

Che strazio vedere come i canali You Tube abbiano ormai dissipato il piacere della descrizione. Fondamentalmente non sappiamo più raccontare.


“Sai quella fiaba di H.C. Andersen...
 
Aspetta, non me la ricordo, ti mando il link”. Una cosa del genere.


Questa volta però proveremo a fare un piccolo sforzo.
Un gran brusio. Spiagge dorate abitate soltanto da piccoli gabbiani obesi che, arenati sulla riva, tentano di accaparrarsi gli ultimi gamberetti rimasti, producendo un gran baccano. A vederli da lontano, sembrano tanti inutili sassi bianchi al sole, solo che in più hanno gli occhi.
Fiumi in secca, i cui letti prosciugati accolgono rottami di reattori nucleari, con carcasse di vacche fisse nella posizione dell’abbeveraggio.Ombre bianche sui muri delle case diroccate. I corpi nudi sono scomparsi, venduti all'ingrosso di qualche asta su E-Bay. Certo è un vero peccato, commenterà qualche prosa utility postuma, che tutto sia finito così presto; e senza un minimo di preavviso, dannazione! Proprio adesso che anche in Italia stava per scoppiare la Révolution (dei prodotti Apple, naturalmente). Prima che arrivi il prossimo uragano, un peschereccio senza remi si allontana all'orizzonte. 

“Lo capisci, amore mio?
Nessuna morte può essere peggiore di quella dell’immaginazione.
 

Adesso dormi”.

domenica 1 novembre 2009

La fine del mondo


E’ il 20 dicembre 2012 e Gianlorenzo si sta preparando al peggio (o al meglio, dal suo punto di vista). Le previsioni dell’ imperscrutabile calendario Maya infatti non lasciano grande spazio all’immaginazione: il ciclo della Terra giunge al termine, tutto finisce con tanto di annunci solenni e fuochi d’artificio. Gianlorenzo si è comprato un kit di sopravvivenza all’ipercoop e il libro di Giacobbo in cartoleria, si è licenziato dal lavoro di impiegato bancario e ha mandato a 'fanculo la moglie. La notte magica la passerà insieme a Teresa, sua avvenente compagna di università con la quale ha da poco ripreso i contatti. Il piano di Gianlorenzo è semplice e magnifico: passare l’ultimo giorno della sua vita con la donna dei suoi sogni e avere un orgasmo bestiale mentre disastri naturali e calamità di ogni genere si verificano fuori dalla sua finestra.


Alla sera la casa di Gianlorenzo è cosparsa di candele, le luci sono spente e le tartine da lui preparate con tanta premura sono in tavola; Teresa arriva all’orario stabilito, radiosa come il primo giorno in facoltà. Si mettono a mangiare bevendo dello champagne in coppe di cristallo, ridono e scherzano, parlano di tempi passati e di strade percorse. Si scambiano tenerezze sul divano, poi si spostano in camera da letto. Lui le mette un dito in bocca, lei si dimostra divertita e, dopo averglielo uscito dalle mutande, gli fa un pompino. Passa poco tempo ed è Teresa a comandare; Gianlorenzo sta di sotto e la tiene per i fianchi, mentre la ragazza continua a muoversi come un’onda, prima piano e poi più forte, fino a venire in un gemito profondo. Viene anche Gianlorenzo, seppure in modo più contenuto. Sente infatti che manca qualcosa.
- Bè? - sbotta interdetto.
- Che ti prende? - chiede Teresa, ancora ansimante.
- Come sarebbe a dire che mi prende? Dove sono i terremoti, le catastrofi, i cieli rosso sangue?! -
- Non essere sciocco - lo ammonisce lei, dandogli un bacio leggero sulla fronte - Credevo che questa cosa della fine del mondo fosse solo un’idea romantica per noi due. -
Gianlorenzo non focalizza. - E allora l’inversione dei poli magnetici, il cambiamento climatico? -
- Tesoro - aggiunge Teresa rivestendosi - se l’umanità doveva proprio scomparire, sarebbe successo quattro anni fa. Non dirmi che non lo sapevi! -
Gianlorenzo si volta verso il comodino dove è poggiato il libro di Giacobbo; sta lì in copertina, nella classica posa a braccia conserte, e se la ride di gusto.



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