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giovedì 8 dicembre 2011

eroe proletario



Da quando sei nato ti fanno sentire piccolo
Togliendoti il tempo, invece che lasciartelo
Finché il peso è così grande
Che non senti più niente


Ti feriscono in casa e ti picchiano a scuola
Ti odiano se sei sveglio e disprezzi un idiota
Finché sei talmente pazzo
Da non poter seguire le loro regole


Ti hanno torturato e spaventato per vent'anni assurdi
E si aspettano che dopo tu intraprenda una carriera
Quando proprio non funzioni sei così pieno di paura

Ti tengono buono con la tv, il sesso e la religione
E tu pensi di essere così intelligente, libero e indipendente
Ma rimani un cazzo di primitivo, per quanto ne so

Ti sto dicendo che c’è una stanza, là in cima
Ma devi prima imparare ad uccidere sorridendo
Se vuoi essere come la gente sulla collina

Devi essere un eroe proletario
Un eroe proletario, sì, devi esserlo
Se vuoi essere un eroe, beh, allora seguimi


domenica 26 dicembre 2010

natività


Egon Schiele, La Famiglia (olio su tela, 1918)
Pochi come lui riescono a fissarti un concetto bene in mente, quando lo esprimono.

venerdì 16 luglio 2010

korova

"Oh, deliziosa delizia e incanto.
Era piacere impiacentito
e divenuto carne.
Come piume
di un raro metallo spumato,
o come vino d'argento
versato in nave spaziale.




Addio forza di gravità, mentre slusciavo... quali visioni incantevoli! "



Oggi la tesi compie un anno.
Ho pensato di festeggiarla così.

martedì 11 maggio 2010

lunga è la notte e senza tempo

Non è vero, come recita uno degli slogan più in voga nelle manifestazioni, che "Peppino è vivo e lotta insieme a noi". Peppino Impastato è stato ucciso dalla mafia la notte del 9 maggio di 32 anni fa. In questo modo il suo paese, ma non solo, è stato privato di un attivismo politico e di uno spirito d'innovazione per quel tempo rivoluzionari. Purtroppo di persone come lui, con le palle, l'intelligenza e l'integrità morale di cambiare veramente rotta, ne nascono poche. Peppino Impastato non usava vecchi discorsi di partito per comunicare, conosceva l'arte dello sfottò e della satira e le impiegava per mettere in ridicolo il boss al quale la sua famiglia doveva tutto. Questa irriverenza faceva paura a molti. Le autorità cercarono addirittura di far passare l'attentato per un suicidio, tanto era il timore che potesse diventare un simbolo. Il suo sacrificio però ha dato un insegnamento importante ad altri, meno riflessivi e più prudenti di lui.
Quella di insabbiare ogni cosa è una propensione che nel nostro Paese, oggi come allora, continua a verificarsi. Non si può guardare a determinate situazioni come semplici avvenimenti passati; quante persone comuni continuano ad aderire al sistema mafioso, con il loro silenzio e la loro indifferenza? Quanti di quelli che si ribellano ricevono un sostegno reale? E quanto c'è stato, negli ultimi dieci anni di lotta Antimafia, di veramente rivoluzionario? Sono interrogativi che probabilmente tutti dovrebbero porsi.
Specialmente in questi anni di connivenza tra mafia e Stato, urge il bisogno di andare avanti con tutti i mezzi a nostra disposizione, per onorare la memoria di Peppino e di altri coraggiosi, geniali e pazzi com'era lui.


°Nella foto, 9 maggio a Cinisi by me

sabato 26 dicembre 2009

Pensierini di natale

Detta così può sembrare davvero una stronzata. Eppure leggendo potrete convincervi del contrario, tenendo conto del fatto che, specialmente di questi tempi, ci vuole un fisico bestiale anche per scrivere e disegnare.
Ebbene, eravamo accampati sotto un albero pino e le campane in lontananza risuonavano a forza, distraendoci la testa dall'atmosfera della festa. Cominciammo a chiederci se le occhiaie che avevamo in viso ci stessero formando un secondo sorriso, all'altezza dello zigomo. Ma più di tanto non ci preoccupava, chè le occhiaie, si sa, esistono solo nella mente di chi le nota.
Ed è così che arrivammo al momento della passante:




"Ossesso, istupidito, bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta la dolcezza che incanta e il piacere che uccide"

Attenzione adesso: mi passò davanti vestita di rosso, per poi scomparire nella notte più nera... Fu in quel momento che mi balenarono in mente tali versi di rara intensità e bellezza, come pochi se ne trovano in letteratura.

"Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!"

Ma [ahimè] non era questa la serata giusta per pensare alle passanti che non riuscimmo a trattenere...
Ricorreva la vigilia che [la quale] si passa in familia.
Non manca niente: le polpette della zia chè son sempre più buone, la tavola apparecchiata ch'è sempre più bella, io e mia sorella chè siam sempre più fattigrandi e i parenti tutti, chè son sempre più vecchi.
Convenzione più convenzione meno, passammo poi a brindare cogli amici, più ubriachi che matti. E mentre incauti mischiavamo liquidi terribili, davamo inizio al natale più caldo che un elefante riuscisse a ricordare.

In mattinata la pioggia arrivò a riportare un poco di giustizia e gli ultimi giorni di questo 2009 'colmo' di cambiamenti si presentavano ora più umidi, ora più tersi.
Gli sbronzi della sera prima si ritrovarono così a commentare:


- Mi piace quando fuori piove
e rimanere in salotto a guardare

oppure, a seconda dei casi:

- Mi piace quando in salotto piove
e rimanere fuori a guardare




°Parti in verde tratte da A una passante
di Charles Baudelaire,
disegno by me

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