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domenica 4 settembre 2011

un po' di sano scaramantico pessimismo




La fine del mondo si avvicina. Tutti lo sanno, pochi ne prendono in considerazione la reale probabilità. Qui non si parla di previsioni apocalittiche o di altre puttanate maya, tutt'altro. Il mondo è già finito da un pezzo - o almeno così pare - sebbene tutti fingano di condurre la solita vita di sempre. Il mondo ha esaurito la sua capacità di guardar-si ed innovar-si.

Come sarà? Come dovrebbe essere? La fine di ogni cosa, il fascino del nulla.
Ce lo siamo mai domandati seriamente?

Che strazio vedere come i canali You Tube abbiano ormai dissipato il piacere della descrizione. Fondamentalmente non sappiamo più raccontare.


“Sai quella fiaba di H.C. Andersen...
 
Aspetta, non me la ricordo, ti mando il link”. Una cosa del genere.


Questa volta però proveremo a fare un piccolo sforzo.
Un gran brusio. Spiagge dorate abitate soltanto da piccoli gabbiani obesi che, arenati sulla riva, tentano di accaparrarsi gli ultimi gamberetti rimasti, producendo un gran baccano. A vederli da lontano, sembrano tanti inutili sassi bianchi al sole, solo che in più hanno gli occhi.
Fiumi in secca, i cui letti prosciugati accolgono rottami di reattori nucleari, con carcasse di vacche fisse nella posizione dell’abbeveraggio.Ombre bianche sui muri delle case diroccate. I corpi nudi sono scomparsi, venduti all'ingrosso di qualche asta su E-Bay. Certo è un vero peccato, commenterà qualche prosa utility postuma, che tutto sia finito così presto; e senza un minimo di preavviso, dannazione! Proprio adesso che anche in Italia stava per scoppiare la Révolution (dei prodotti Apple, naturalmente). Prima che arrivi il prossimo uragano, un peschereccio senza remi si allontana all'orizzonte. 

“Lo capisci, amore mio?
Nessuna morte può essere peggiore di quella dell’immaginazione.
 

Adesso dormi”.

venerdì 23 aprile 2010

il peggior difetto

Il fatto era riconducibile ad una questione di sensibilità. Questa è, in molti casi, un difetto. Mascherandola come puoi, cerchi di non renderti facilmente vulnerabile; una sorta di regola non-scritta per la sopravvivenza. Se sei sensibile, allora farai caso a tutta una serie di particolari che complicheranno la tua vita e che ti faranno accorgere del cambio di tono e di sguardi nelle altre persone. Ma il difetto non sta nel comportamento degli altri, bensì in te, che te ne accorgi.

Il risultato è che soffrirai come un cane per banalità che molti altri non comprendono neanche.

Il desiderio di somigliare ad una pietra, magari la stessa con cui hai rotto mille finestre, diventerà sempre più forte, fino a diventare irresistibile.

Eppure, se ci pensi bene, non siamo mica la televisione.
Tra di noi potremmo ancora interagire,
ridere insieme della nostra imperfezione.

(Ci volevano le tue lacrime a farmelo ricordare)

In un parcheggio deserto di un supermercato, in una canzone che ti abbia colpito, in un riflesso di una pozzanghera sul quale ti sei soffermato; vedere l'indecifrabile, colmo di significato.


°Nella foto, Riflesso by me

mercoledì 10 febbraio 2010

parole

grondiamo di sudore e perplessità, apriamo il cielo con speranze fantastiche, saltiamo insieme verso il buio orrorifico, rinchiudiamo l'infanzia in una scatola chiusa e gettiamola nel fiume dei nostri ricordi obesi, dove si lascerà portare via dalla corrente, lontano dagli occhi, lontano dalla mente, così vivremo liberi dal mercato e sicuri da ogni turbamento





°Foto by me

martedì 24 novembre 2009

Ho le braccia lunghe, ma non sono un orango


In un mondo privo d'immaginazione e bellezza, lottiamo costantemente tra finzione e smarrimento. Dietro l'inganno cosa rimane? Capisci rapidamente quanto sia inutile cercare a tutti i costi un senso nel reale. Ti vogliono cinico e distaccato, tutto già visto, tutto già stato. Fa parte del prezzo da pagare: hai la libertà di comunicare pur non sapendo cosa dire.



E non c'è più niente che ti possa stupire.





°Disegno by me

lunedì 19 ottobre 2009

Quando non bevo



C'è qualcosa che tocca un po' tutti, in questi meriggi di gela autunnale. Ti tocca dentro e ti fa sentire tutto il peso del vivere. Freddi i tuoi piedi e scarlatto il tuo sangue che esce dal dito, taglio subdolo e profondo d'un foglio di carta, tant'è; tutto si tinge di rosso, dalle sfumature del cielo allo smalto sulle tue unghie mentre mi vieni vicino. Ci sono molti modi per fuggire a tutto questo, assai preferibili rispetto a quello che applico io... Varie cure, ortodosse e non, che ti aiutano a chiudere una giornata da dimenticare. Capita però che qualcuno non sia disposto a curarsi, per la malsana voglia di sentire ancora qualcosa.

Comunque, per non farmi cogliere impreparato, io scrivo (quando non bevo).



°Nel disegno, Ubriaco by me

giovedì 1 ottobre 2009

Confusione

Sono Aragosta, ho le chele serrate.
Guardo attraverso il vetro il mio immutabile destino.















Sono Uomo, sono senza voce.
Guardo attraverso il vetro il mio mutabile destino.
















Sono Lavatrice, centrifugo sogni.
Pochi istanti dentro di me ed il mondo attraverso il vetro girerà.














D'improvviso, tutto è confusione.


°Foto by me

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