A scuola la conoscevano un po' tutti, faceva presto a farsi voler bene. Era sempre sorridente Lauretta, il saluto non lo negava mai, capitava che chiedesse qualcosa con aria circospetta, per poi tornare subito a farsi gli affari suoi. Era spesso nei corridoi con le sue insegnanti, troppo indifferenti per starla ad ascoltare. Credo che di sostegno gliene dessero ben poco, avevano semplicemente bisogno di qualcuno da guardare dall'alto, ma Lauretta capiva e non era mai maleducata.
Lauretta era dawn, sì, ma non stupida. Lei non lo dava a vedere, ma sapeva chi erano le persone che le riservavano affetto sincero e quelle che invece erano mosse solamente dal senso di pena. Provava particolare simpatia per i graffiti e chi li faceva; a tal proposito si era fatta una gran cultura, andando spesso con sua madre a vedere quelle "opere" che passavano sui treni alla stazione. Questa sua passione l'aveva portata a stringere amicizia con tutti i graffitari dell'istituto, gente talentuosa senza uno scopo preciso. Lauretta però aveva un piano per loro.
Quella mattina a scuola c'era un viavai incredibile di gente e telefonate. Una folta schiera di studenti era uscita dalle aule per guardare ammirata il miglior graffito che la loro mente riuscisse a ricordare. La vicepreside, scurissima in volto, chiamava tutti i professori a rapporto. Nessuno, nemmeno il più sbirro dei docenti, riusciva a spiegarsi come e quando fosse stato possibile realizzare una cosa del genere su una parete interna alla struttura.
Lauretta guardava in disparte il suo capolavoro, sicura che comunque nessuno avrebbe sospettato di lei.
In quel momento si sentì presa da una calda sensazione che non riuscì a definire, un misto di felicità e rivincita, una cosa così.
°Disegno by me