C'è qualcosa che tocca un po' tutti, in questi meriggi di gela autunnale. Ti tocca dentro e ti fa sentire tutto il peso del vivere. Freddi i tuoi piedi e scarlatto il tuo sangue che esce dal dito, taglio subdolo e profondo d'un foglio di carta, tant'è; tutto si tinge di rosso, dalle sfumature del cielo allo smalto sulle tue unghie mentre mi vieni vicino. Ci sono molti modi per fuggire a tutto questo, assai preferibili rispetto a quello che applico io... Varie cure, ortodosse e non, che ti aiutano a chiudere una giornata da dimenticare. Capita però che qualcuno non sia disposto a curarsi, per la malsana voglia di sentire ancora qualcosa.
Comunque, per non farmi cogliere impreparato, io scrivo (quando non bevo).
°Nel disegno, Ubriaco by me
8 commenti:
Caro bravo ragazzo,
ci sono cure ortodosse e non, di cui non si può fare a meno, in alcuni meriggi di gela autunnale. C'è bisogno di scaldare il gelo, dentro e fuori.
I disegni non sono miei. Ahimè.
Non si può che parlar bene di quella città obliqua.
conosco quella sensazione, quando la notte e' un approdo ambito che ti possa traghettare al piu' presto possibile in un nuovo giorno magari diverso
ben scritto! CHe meraviglia il potere della sintesi!
Davvero ben scritto!
forte ! ma come resistere alla gela ?
sembra qualcosa scritta in una mattina di metà ottobre da qualcuno seduto su una sedia mai vista con alle spalle la luce grigia che filtra da tendine incolori...
il disegnino non è male!
... scalda molto più scrivere che bere.
(Parere personale, essendoci passato pesante. Nessun consiglio! sia mai!!!)
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