martedì 24 novembre 2009

Ho le braccia lunghe, ma non sono un orango


In un mondo privo d'immaginazione e bellezza, lottiamo costantemente tra finzione e smarrimento. Dietro l'inganno cosa rimane? Capisci rapidamente quanto sia inutile cercare a tutti i costi un senso nel reale. Ti vogliono cinico e distaccato, tutto già visto, tutto già stato. Fa parte del prezzo da pagare: hai la libertà di comunicare pur non sapendo cosa dire.



E non c'è più niente che ti possa stupire.





°Disegno by me

giovedì 19 novembre 2009

Storia di Lauretta


A scuola la conoscevano un po' tutti, faceva presto a farsi voler bene. Era sempre sorridente Lauretta, il saluto non lo negava mai, capitava che chiedesse qualcosa con aria circospetta, per poi tornare subito a farsi gli affari suoi. Era spesso nei corridoi con le sue insegnanti, troppo indifferenti per starla ad ascoltare. Credo che di sostegno gliene dessero ben poco, avevano semplicemente bisogno di qualcuno da guardare dall'alto, ma Lauretta capiva e non era mai maleducata.

Lauretta era dawn, sì, ma non stupida. Lei non lo dava a vedere, ma sapeva chi erano le persone che le riservavano affetto sincero e quelle che invece erano mosse solamente dal senso di pena. Provava particolare simpatia per i graffiti e chi li faceva; a tal proposito si era fatta una gran cultura, andando spesso con sua madre a vedere quelle "opere" che passavano sui treni alla stazione. Questa sua passione l'aveva portata a stringere amicizia con tutti i graffitari dell'istituto, gente talentuosa senza uno scopo preciso. Lauretta però aveva un piano per loro.
Quella mattina a scuola c'era un viavai incredibile di gente e telefonate. Una folta schiera di studenti era uscita dalle aule per guardare ammirata il miglior graffito che la loro mente riuscisse a ricordare. La vicepreside, scurissima in volto, chiamava tutti i professori a rapporto. Nessuno, nemmeno il più sbirro dei docenti, riusciva a spiegarsi come e quando fosse stato possibile realizzare una cosa del genere su una parete interna alla struttura.



Lauretta guardava in disparte il suo capolavoro, sicura che comunque nessuno avrebbe sospettato di lei.
In quel momento si sentì presa da una calda sensazione che non riuscì a definire, un misto di felicità e rivincita, una cosa così.




















°Disegno by me

venerdì 6 novembre 2009

cartoni animati

Mi stavo giusto chiedendo l'altro giorno dove fossero finiti i looney toons che guardavo da piccino, chè non li facevano più da nessuna parte, quando me li ritrovai per caso in onda su italia1. Erano i migliori, coi loro tormentoni e tutti quei gadget improbabili, figli di un'animazione che appare ormai superata, ma che ai tempi fu rivoluzionaria. Essi m'insegnarono che nella vita non esistono solo buoni e cattivi, ma mille sfumature. Anzi, era proprio questa mancanza di distinzione a disorientarmi, eppure non mi stancavo mai di guardarli, portatori di quella sfacciataggine un po' anarchica, facilmente riassumibile in un "Che succede, amico?"
Erano grandi perchè erano atipici, resistevano al buonismo esasperato della signora disney grazie al potere dell'ironia; sempre calzante, sorprendente, fulminante, folle.




°Nel disegno, Wile E. Coyote by me

domenica 1 novembre 2009

La fine del mondo


E’ il 20 dicembre 2012 e Gianlorenzo si sta preparando al peggio (o al meglio, dal suo punto di vista). Le previsioni dell’ imperscrutabile calendario Maya infatti non lasciano grande spazio all’immaginazione: il ciclo della Terra giunge al termine, tutto finisce con tanto di annunci solenni e fuochi d’artificio. Gianlorenzo si è comprato un kit di sopravvivenza all’ipercoop e il libro di Giacobbo in cartoleria, si è licenziato dal lavoro di impiegato bancario e ha mandato a 'fanculo la moglie. La notte magica la passerà insieme a Teresa, sua avvenente compagna di università con la quale ha da poco ripreso i contatti. Il piano di Gianlorenzo è semplice e magnifico: passare l’ultimo giorno della sua vita con la donna dei suoi sogni e avere un orgasmo bestiale mentre disastri naturali e calamità di ogni genere si verificano fuori dalla sua finestra.


Alla sera la casa di Gianlorenzo è cosparsa di candele, le luci sono spente e le tartine da lui preparate con tanta premura sono in tavola; Teresa arriva all’orario stabilito, radiosa come il primo giorno in facoltà. Si mettono a mangiare bevendo dello champagne in coppe di cristallo, ridono e scherzano, parlano di tempi passati e di strade percorse. Si scambiano tenerezze sul divano, poi si spostano in camera da letto. Lui le mette un dito in bocca, lei si dimostra divertita e, dopo averglielo uscito dalle mutande, gli fa un pompino. Passa poco tempo ed è Teresa a comandare; Gianlorenzo sta di sotto e la tiene per i fianchi, mentre la ragazza continua a muoversi come un’onda, prima piano e poi più forte, fino a venire in un gemito profondo. Viene anche Gianlorenzo, seppure in modo più contenuto. Sente infatti che manca qualcosa.
- Bè? - sbotta interdetto.
- Che ti prende? - chiede Teresa, ancora ansimante.
- Come sarebbe a dire che mi prende? Dove sono i terremoti, le catastrofi, i cieli rosso sangue?! -
- Non essere sciocco - lo ammonisce lei, dandogli un bacio leggero sulla fronte - Credevo che questa cosa della fine del mondo fosse solo un’idea romantica per noi due. -
Gianlorenzo non focalizza. - E allora l’inversione dei poli magnetici, il cambiamento climatico? -
- Tesoro - aggiunge Teresa rivestendosi - se l’umanità doveva proprio scomparire, sarebbe successo quattro anni fa. Non dirmi che non lo sapevi! -
Gianlorenzo si volta verso il comodino dove è poggiato il libro di Giacobbo; sta lì in copertina, nella classica posa a braccia conserte, e se la ride di gusto.



°Disegno by me

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