venerdì 21 gennaio 2011

postulati sull'amore: l'azione


Non ho molto da dire in proposito.

Secondo illustri pareri, il cinema ricopre il settimo posto nell’elenco delle arti visive, in quanto racchiude in sé tutte quelle precedentemente annoverate dall’uomo. La più grande cazzata mai detta, a mio avviso.

Il cinema possiede un suo linguaggio distinto, coi suoi ritmi e le sue regole, che a volte richiede tempo per essere assimilato e al quale in ogni caso si finisce per adeguarsi. Come mezzo di espressione non ha mai smesso di innovare e reinventarsi, sopravvivendo ai palinsesti tv, all’home video, allo streaming della rete. Sarà anche per questo che il cinema, quello buono almeno, riesce ancora oggi a stupire e divertire, promotore di un linguaggio che, appunto, non si è mai limitato alla semplice riproduzione del movimento e che spesso ha influenzato i costumi di intere generazioni.

Dopo un’indigestione per la troppa celluloide è probabile però che tu non riesca più a tornare indietro (specie se hai guardato troppi David Lynch). Da quel momento sarai irrimediabilmente malato, praticamente un maniaco, ogni immagine da te osservata assumerà un taglio cinematografico, come piccoli fotogrammi di ogni giorno, niente di più lontano dalla realtà. Scena: stai andando a pisciare, camera a mano; soggettiva sulla ceramica mentre le prime gocce, scandite dalle note di un’azzeccata colonna sonora, cominciano a scendere. Solo che la camera non c’è, è tutto nella tua testa. Sei perduto, ormai non hai scampo, arrivi persino ad immaginare delle sequenze precise per ogni persona che incontri in strada. Dove vanno, cosa si dicono, perché lo fanno.

“Il grande imbroglio”

come lo chiamava qualcuno. Infatti sei comunque tu a decidere quale parte mostrare e quale nascondere, cosa raccontare e cosa tagliare. E proprio qui sta il punto.

Il cinema non ha mai avuto bisogno, per così dire, di una visione d’insieme; differendosi moltissimo, in questo senso, dal teatro, che invece è comunque costretto a rappresentare alcuni aspetti che risultino a tutti familiari. Mentre quando vai al cinema semplicemente ti siedi e guardi. Se ti piace bene, altrimenti puoi sempre lanciare i pop-corn alle file davanti.
In fin dei conti potrebbe incarnare la negazione dell’oggettività: una visione unica e riservata del regista, che non contempla necessariamente la reazione del suo pubblico.
Ecco perché non capisco quando un film riporta la dicitura “per tutti”.

Alcuni cineasti, sbattendosene di questo aspetto così caro al botteghino, hanno dato vita a dei veri e propri capolavori. Gli altri hanno continuato a confezionare panettoni farciti.

Molte volte un capolavoro non riesci ad apprezzarlo subito. Come un vecchio amico che ha riempito i tuoi pomeriggi infantili e che anni dopo riscopri e riconosci con occhi diversi, magari più critici. Ecco che scocca la scintilla ed è amore per sempre (nonché una palata di citazioni).

La ripetizione di dialoghi inventati, il meccanismo impossibile, la situazione che non può verificarsi; forse si tratta solamente di questo. Finzione. A volte ben più plausibile della vita vera.

È tutto, per ora.

[L'ultima puntata venerdì prossimo, più o meno a quest'ora]

5 commenti:

Janie Jones ha detto...

Io mi abbatto sempre quando mi accorgo che nessuno sta filmando ciò che dico io e COME lo dico io.
In certi casi è davvero uno spreco di immagini... vederle con l'occhio umano non ha (più) la stessa importanza.
Concordo sul grande imbroglio, forse.

Marta ha detto...

appena tornerai, e tornerò, e torneranno, appena ci ritroveremo faremo una di quelle feste!

Lorenzo ha detto...

Quello che mi affascina del cinema è vedere come la finzione rappresenti la realtà meglio di quanto, a volte, la stessa realtà riesca a fare.
(Ora rileggo e cerco di capire cosa ho scritto.)

Lorenzo ha detto...

Caro Davide, rispondo qui al tuo commento sul mio blog:
Di solito l'autore non commenta ciò che scrive...:-))

Yrom.A ha detto...

Il cinema e l'amicizia, si, un bel paragone, anzi direi quasi perfetto col mio stato attuale delle cose in cui una fetta di amicizie che ritenevo fondamentali mi sembrano ora un palcoscenico pieno di attori ed ipocrisia ed il cinema che è diventato un mio compagno fisso anche se mi delude non mi inonderà mai la testa di cattivi sentimenti. L'azione di questo postulato sull'amore è un ciak che condivido pienamente.

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