Lo studio da lavoro di Bastièn era posto all'ultimo piano di casa sua. Lì si crogiuolava per delle ore sulle nuove cose che gli venivano in testa, che diventavano subito vecchie nel momento in cui venivano appollottolate e lasciate cadere sul pavimento.
Bastièn camminava avanti e indietro, un gran su e giù, senza riuscire a darsi pace. Non sopportava l'idea di usare il solito meccanismo trito e ritrito, per cui si debba partire da un'immagine simbolica e, dandone indirettamente il contenuto, esprimere un concetto, fine della storia e tanti saluti. Avrebbe voluto andare avanti, compiere il passo che gli permettesse di raggiungere il livello successivo, ma niente.
Un giorno, lanciando uno degli ordinari fogli appallottolati, Bastièn si accorse di un gran numero di mosche morte, raggruppate ad un angolo del suo studio. Nessuno pulisce da settimane - pensò - devono essere qui da qualche tempo.
Bastièn si chiese come fosse possibile morire così: dopo aver raggiunto il piano più alto delle tue aspirazioni, dietro un vetro, guardando l'esterno senza riuscire a prendervi parte.
Quelle se ne stavano lì, nere e sfatte, con le zampette rivolte verso il soffitto lontano, insieme a tutte le sue idee incapaci di volare.
°Disegno by me
3 commenti:
http://www.youtube.com/watch?v=_WrWD25ZdAE
"...quelle se ne stavano lì, nere e sfatte, con le zampette rivolte verso il soffitto lontano, insieme a tutte le sue idee incapaci di volare..."
questa frase è bellissima...
spesso in passato mi son sentita come uno dei tuoi fogli appollottolati, scartati e gettati a terra perchè incapaci di volare...mi ha emozionato leggere qst parole... :-)
sai bene che le parole d'amore, spesso, non piacciono nemmeno a me...a volte escono e forse riescono!
comunque quella copia di RS è molto vecchia, ho studiato la fotografa per dare l'esame di fotografia...gran fotografa, si fece conoscere con quella foto, che ha una storiella carina dietro!!!
povere idee...lì, lì nell'angolo, morte! nere!
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