sabato 26 settembre 2009

La quiete dopo la tempesta

Ogni cosa quella sera sapeva di poesia, anche se all'inizio sembrava non ve ne fosse per niente.
Lei guardava con il sopracciglio un po' inarcato un punto, lì in alto. Questo le conferiva un'espressione trasognata e misteriosa al contempo.
Sapeva che la guardavo, ma non incontrava volutamente il mio sguardo, semplicemente mi lasciava fare. Stavo però attento a non essere troppo invasivo, a non spogliarla del tutto insomma.
Non so cosa guardasse. Forse piccoli e brevissimi frammenti di luce che rendevano per un attimo visibili le nuvole scure, chissà.
Solo più tardi ne udii il rumore.

Iniziò timidamente, poi continuò ad intervalli irregolari, il ticchettìo diventò quasi rincuorante, fino a scrosciare che diolamanda, con tutta la violenza non sfogata per mesi.

Quando tornai alla mia donna, lei no, non era più lì: era andata ad asciugarsi al riparo d'un balcone. Strizzando la maglietta fradicia mi sorrise, per poi scomparire nel buio.
La pioggia cessò presto, lasciando un me stesso più svuotato ed un'erba più verde mentre la gente, uscita da improvvisati nascondigli, si avviava lentamente verso casa.



°Foto by Dà

3 commenti:

Giulia ha detto...

e chi era chi era questa donna?

davide idee ha detto...

La tempesta, naturalmente...

Marta. ha detto...

voglio una tua foto, blu

[per favore]

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